Due anni fa pubblicavo l’ultimo post sul mio account instagram. Non immaginavo di stare via così tanto ma quando si lascia un porto e si incontra una tempesta non si può sapere quanto tempo ci vorrà per tornare a casa.
E quando si è al timone di una nave in balia di onde alte più dello stesso albero maestro non si ha molta voglia di inserire la batteria nella fotocamera ed uscire a cercare qualcosa di interessante.
Nessuno può stare al timone al posto tuo, a nessuno puoi cedere il posto da “capitano” e le decisioni sulla rotta spettano solo a te, anche quando la bussola impazzisce, anche quando piove troppo forte per restare sul ponte da soli e l’acqua salata e amara ti entra in bocca.
È inutile sforzarsi di essere i capitani più coraggiosi dei mari, senza strumenti e senza saperli usare non si torna in porto.
Questa foto la voglio “regalare” a quella che è stata la mia bussola umana. A quel signore che ogni volta mi lasciava uno strumento in più per orientarmi, mi insegnava a leggere una carta per interpretare la rotta, evitare gli scogli e sfruttare il vento.
È una foto molto mia, una foto di terra, perché a me l’ambiente del mare non è mai piaciuto, una foto di radici ben piantate nella montagna, vestite dei colori più belli, quelli che ogni fotografo ha la pazienza di aspettare.